Il prof. Caudano e l’attesa di Atalanta-Inter, cruna dell’ago dei sogni. Per i consigli, chiede aiuto a Machiavelli

storia. Il nuovo racconto di Stefano Corsi

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È la settimana prima dell’Inter. In tutta la sua storia, in fondo, l’Atalanta non ha mai giocato un match tanto importante e prestigioso, almeno in campionato. Certo, l’Europa le ha dato serate memorabili, e attese dalla sua gente con indicibile trepidazione. Il lontano ritorno con il Malines, in semifinale di Coppa delle Coppe; il quarto di Champions secco, in Portogallo, contro il Paris Saint Germain, nel 2020; le sfide dello scorso anno a eliminazione diretta, contro Liverpool e Olimpique Marsiglia, culminate nella già leggendaria notte di Dublino. Ma in Italia… Quando mai in Italia l’Atalanta ha atteso a Bergamo la capolista in primavera, standole a tre soli punti e quindi oggettivamente intravedendo lo scudetto? Mai. La memoria del professor Caudano, senza ausilio informatico, prova a rovistare dentro i suoi archivi. Nei campionati nazionali, i nerazzurri possono aver disputato match decisivi per l’ingresso nelle coppe (su tutti, quello di Reggio Emilia contro il Sassuolo, che diede la certezza del primo approdo in Champions), oppure per la salvezza. Ricordi sfumati di scontri delicatissimi disputati a Siena, a Cesena o a Palermo. Risortiscono nomi lontani e immagini di goal benedetti, quando i goal fuori casa erano merce rarissima, mentre ora se ne possono magari fare quattordici (14!) in tre turni. Siena è Bonaventura, Palermo è Denis, Cesena è una rovesciata nitida e tagliente di Pinilla, virtuoso di quel genere di giocata, spettacolare quant’altre mai. Permanenze in A sudate con il terrore in cuore e l’acqua alla gola.