Atalanta, Lecce crocevia di mille storie: le magie di Ilicic, il -6 annullato, il capolinea di Guidolin sconfitto da Sonetti

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F ermo immagine. Sembra un quadro di Bruegel, di quelli pieni zeppi di gente che viene e che va. C’è Ilicic che sorride e corre in direzione di un Papu Gomez che sta già allargando le braccia. Il portiere Gabriel è a terra, messo ko dalla finta (magistrale, pazzesca, inaggettivabile...) dello sloveno che manda al bar in un colpo solo pure Lucioni e Rossettini che guardano la palla entrare in rete, mentre Calderoni ci prova fino all’ultimo, ma i suoi passi verso la linea di porta sembrano gravati da un peso di tonnellate. Quelle del genio, dell’imponderabile, di un Ilicic all’ennesima potenza. E’ domenica 1° marzo 2020, dopo pochi giorni nulla sarebbe più stato come prima, in campo e soprattutto fuori. Di quei giocatori protagonisti (o vittime) del terzo goal dell’Atalanta a Lecce nessuno veste più la stessa maglia: lo sloveno è tornato in patria al Maribor e al debutto ha segnato su rigore, il Papu se ne sta con alterne fortune a Siviglia dove è lontano parente del giocatore che ci aveva fatto impazzire più e più volte, Gabriel ha fatto l’emigrante di ritorno in quel di Curitiba, Brasile, Lucioni gioca a Frosinone, Calderoni al Cesena e Rossettini ha attaccato le scarpe al chiodo. E’ l’ultima partita giocata dai nerazzurri prima che l’incubo covid si abbatta sul nostro mondo.