Caudano e il mese di aprile. 1988-2022, Atalanta, guerra, scuola: tutto cambiato. Cambierà, il risultato di Coppa?

storia.

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A prile il più crudele dei mesi? A Lipsia la partita è appena terminata. Il professor Caudano ripensa in tono interrogativo la sentenza di Eliot e si risponde che gli atalantini lo sapranno fra una settimana esatta. «Sarebbe più rassicurante giocare ancora lassù, ma tant’è», bofonchia il buon Elvio attendendo le interviste del dopopartita e sentendo nelle ossa la paura che gli mette il Gewiss Stadium, così nemico ai colori nerazzurri, da mesi. Che, poi, non è paura dello stadio in sé, quanto dell’atteggiamento ostinatamente suicida che la squadra assume al suo interno, e che neppure lontanamente si sogna di tenere negli impianti altrui. Ne hanno approfittato in tanti, più o meno nobili e con esiti più o meno positivi: chi ha strappato pareggi con i denti (come il Bologna o l’Udinese) chi il pareggio lo ha regalato (come la Lazio) o lo ha rapinato alla fine (come la Juventus) e chi ha vinto con l’astuzia del forte che sfrutta le debolezze altrui (assai lunga serie: Fiorentina, Milan, Roma, Napoli…). Troppo pochi a Bergamo, in questa stagione, invece hanno perso. E quasi tutta “gente di picciol, affare”, come direbbe Manzoni, quando è in vena di secentismi.