Caudano e le curve del fiume della vita: storie che tornano insieme nomi di un’Atalanta antica, umile, che sudava

storia.

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N ella vita di una persona come il professor Caudano, così parca di eventi, le parole contano, hanno il loro peso. Deve essere anche la formazione letteraria, se non vogliamo dire filologica, a favorirle. Esattamente a metà fra la vittoria sul Venezia e la sfida all’Inter, venerdì, il buon Elvio deve preparare un passo delle «Georgiche» di Virgilio, le cosiddette «Lodi dell’Italia», finché l’occhio, l’orecchio e poi il cuore non si soffermano su un verso.

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Fra le bellezze della nostra penisola, il poeta mantovano cita i «fulmina antiquos subter labentia muros», i «fiumi che scorrono sotto antiche mura». Sarà che Jesi, sia pur senza acque a lambirle, le sue belle mura le ha. Sarà che il professor Caudano è stato militare a Bergamo e ha girato un poco della provincia e della regione, e ville e castelli sfiorati da rogge e fossati ne ha visti, certo è che le parole di Virgilio lo colpiscono. La duratura stabilità delle pietre, la mobile fuggevolezza dell’acqua che scorre e se ne va… Gli viene un paragone folle, ma che ci può stare: la maglia e i giocatori. La maglia immutabile e i giocatori effimeri. Tanto più nel calcio di oggi, che brucia i suoi idoli in una fama che è una fiamma intensa (televisioni, radio, social, siti) ma di esigua durata. Tutto veloce, tutto vorace.