Caudano e quel «grazie» dello studente per le reprimende utili. E il pensiero va al Papu: chissà, ora, cosa pensa di Gasp

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L a stanchezza. L’infinita stanchezza del maggio scolastico, e tanto più del maggio scolastico con gli studenti in presenza a turni, sicché ogni verifica va preparata due volte, e le correzioni si intrecciano, si confondono, si sovrappongono. Incluse quelle delle prove, folli, per la cosiddetta “Educazione civica”. Ultimo sabato, ultimo pacco di compiti in classe. Il professor Caudano arriva a sera distrutto. Ventisette volte le stesse risposte sul Purgatorio di Dante, le medesime parafrasi, i commenti pressoché identici. Manfredi, Oderisi da Gubbio e Forese Donati gli si alternano nella mente in una giostra infinita. Fuori, è un tenue tramonto di primavera che arrossa le mura di Jesi e sfiora i tetti del centro. La finale di Champions dopo cena sarà compensazione. Intanto il buon Elvio controlla le mail al computer. Ne trova una il cui mittente non gli dice nulla, tanto camuffa l’identità di chi scrive in un nomignolo astruso. Oggetto: Grazie.

Testo: Caro Professor Caudano, Le scrivo dopo cinque anni dalla mia uscita dal liceo.