Caudano «perdona» Muriel, ma non un ex compagno che, dopo tanti anni e un grave torto, lo raggiunge con una mail

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R oberto Principi. Il nome e il cognome sul primissimo momento al Professor Caudano hanno detto poco. Ma solo perché era soprapensiero. Perché carte cose, in realtà, non si dimenticano. Sonnolento lunedì mattina. Ora buca, la terza. Ancora mal digerito il rigore di Muriel, calciato come uno con il suo piede non dovrebbe neppure saper immaginare. Del resto, a Roma lo stesso piede aveva ugualmente steccato. Caudano perdona tutto, ai suoi beniamini, semplicemente perché li ama. E per Muriel ha un debole. Figurarsi: la tecnica sopraffina e il volto sempre sorridente, da bambino felice capitato dentro una favola senza neppure sapere come, glielo rendono carissimo. La tecnica soddisfa le sue esigenze di spettatore esteta; il volto sorridente - per contrasto - gratifica la sua tendenza alla malinconia. Poi, Muriel ha meriti tali che prendersela con lui sarebbe ingiusto. Il goal di Udine, in una partita complicata e brutta, contro una squadra spigolosa e su un campo iniquo, fu manna. E quello di Cagliari? Due punti letteralmente inventati con una giocata pazzesca… La memoria del buon Elvio racconta e prova ad ammansirlo. Muriel va comunque benedetto, sperando che finisca il campionato portando l’Atalanta nell’Europa nobile per il terzo anno di fila… Roberto Principi. “Buongiorno, Professore. Sono Roberto Principi e forse Lei si ricorderà di me”.