Caudano senza Atalanta, sommerso dai riassunti. Un occhio ai Mondiali (e ai tifosi), un pensiero a quel tacco di Cantarutti

storia.

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A rriva dicembre, intanto. Senza Atalanta e senza campionato, anche se non senza calcio. Mese non banale, che a un uomo solo e in fondo “irregolare” come il professor Caudano mette sempre un poco di apprensione: Natale, le feste, Capodanno, l’insidia della diversità da chi festeggia in famiglia, che vuol poi dire l’agguato della solitudine, il rischio dei bilanci, la paura che non bastino i buoni libri a tacitare i morsi dell’animo. Fuori dal turbine dei regali, non lambito dall’esibizione di luce e festevolezza delle luminarie, credente, sì, ma tormentato, il buon Elvio dicembre lo patisce fin dai suoi primi giorni e se ne sente in salvo solo dopo l’Epifania, quando il liquido amniotico della normalità torna a proteggerlo. Di solito, oltre che la scuola, anche il calcio riprende dopo la breve pausa natalizia. Questa volta, il calcio riprenderà dopo il Mondiale. Ma poco cambia: l’importante è che riprenda.