Come cambiano i tempi: nel 1979 Atalanta a Roma per il sogno salvezza (poi svanito), nel 2022 per restare in testa

storia.

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L a scorsa stagione l’Atalanta ha perso 1-0 all’Olimpico e ci ha lasciato tre quarti d’Europa, come a chiudere quel cerchio aperto la vigilia di Pasqua del 2017 quando un pareggio con la Roma, conquistato senza capitan Gomez, segna un passaggio decisivo verso la prima storica qualificazione dell’era Gasperini. Ma c’è stato un tempo in cui la partita con la Roma è stata pure uno scontro salvezza, con le due squadre a giocarsi punto su punto la sopravvivenza. Persino inutile dire come sia finita, con quella sottile e perfida capacità nerazzurra di illudere prima, salvo poi crollare a tanto così dal traguardo, che non si è mai purtroppo persa con il trascorrere degli anni. E dei campionati. E delle coppe. Ma tant’è, torniamo al secolo scorso: anno domini 1979, i nerazzurri di Titta Rota il campionato prima si salvano senza affanno alcuno, anzi da neopromossi per un certo momento accarezzano persino il sogno europeo, salvo crollare sul finale. Ma il ritorno in A e soprattutto la permanenza nemmeno tanto difficile scaldano gli animi e portano entusiasmo in un ambiente che all’epoca riempie lo stadio con 35mila persone sicure. Altri tempi e soprattutto altre regole. Ad ogni modo Achille Bortolotti pensa in grande: a Bergamo arrivano Prandelli, Osti, Marocchino, Finardi e soprattutto lo jellatissimo Garritano che se va da Torino sponda granata per trovare spazio oltre la coppia Pulici-Graziani (di gran lunga la migliore di quegli anni) e invece si fa male praticamente subito.