Firenze non ci piace. Quel palo di Magrin non l’abbiamo mai digerito (e allora, riguardiamolo)

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E quando la punizione di Marino («Tira la bomba») Magrin si schianta sul palo alla destra di Marco Landucci, all’epoca portiere della Fiorentina e ora fidato secondo di Max Allegri, la curva Ferrovia del comunale (non ancora «Franchi») di Firenze piena come un uovo di tifosi nerazzurri capisce che non c’è più nulla da fare. È serie B. Perché quando in un campionato prendi 14 legni 14 (e Magrin da solo 7) è un chiaro segno del destino. Chiarissimo. S’ha da andare giù e ripartire daccapo. Cesare Pavese diceva che «non si ricordano i giorni ma gli attimi»: ecco, quel palo se lo ricordano tutti gli atalantini doc, insieme a quella pioggia torrenziale caduta per novanta minuti senza sosta. Uno scenario alla Blade Runner, quasi a far presagire la fine, cose «che voi umani non potete neanche immaginare».