Gli scritti di Ombra, esordio su Corner
Atalanta-Sassuolo: la partita di Demiral (che, adesso, è dalla parte giusta)

storia.

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Comincia con questo testo la collaborazione con Corner dell’autore che si firma con lo pseudonimo «Ombra». La sua identità resta nascosta per sua precisa richiesta. Di lui, nel senso di Ombra, dice: « Tra la superficie di un corpo e una sorgente di luce, assorbe tutte le particelle luminose e ne restituisce le emozioni. Nascosta nelle pieghe delle anime atalantine, riemerge solo quando tutto attorno a lei brilla».

A ndrò controcorrente. Più che la doppietta di Josip a Dortmund, più che l’idillio firmato Pasalic a Lisbona, più che l’estasi di San Siro col Valencia, la notte in cui sono stato più orgogliosamente atalantino è stata quella del 26 maggio 2019. Non si è portato a casa nessun trofeo, non si è vinto nulla. Ma quella notte è stata la definitiva entrata in un’altra dimensione. A posteriori, la gioia che si tramuta in consapevolezza di essere diventati qualcosa di superiore a quello che si è sempre stati. La vittoria nel casalingo Mapei Stadium, il festeggiare a domicilio di quel Sassuolo che abbiamo così tanto denigrato. Dotato di quella disponibilità economica che si è raggiunta solo con l’accesso alle competizioni europee, quel giocattolo orchestrato dal brescianissimo De Zerbi che ci ha dato fastidio, fatto paura, drizzato le antenne, per la paura che qualcun altro godesse il lieto fine della favola che stiamo ancora scrivendo.

Ma chi glielo faceva fare, a quella squadra che non aveva nulla da chiedere al campionato, di dannarsi l’anima contro la squadra simpatizzata da tutta l’Italia che non fosse interista o milanista? Potevano i bonus promessi dal compianto Squinzi, che voleva togliersi lo sfizio da tifoso di godere di altre “strisciate” nella successiva Champions League? Basta davvero così poco per innervosire e incattivire oltre il necessario un trionfo annunciato?