Guarda chi c’è: Ferreira Pinto. «Io, a 42 anni, gioco e mi diverto. Vi racconto tutto». E spinge l’Atalanta: «Battere la Samp»

Intervista.

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A driano Ferreira Pinto è un centrocampista brasiliano del Ponte San Pietro. Arrivato in Italia nel 2001, veste le maglie di Lanciano, Perugia e Cesena. Nel 2006 avviene il trasferimento all’Atalanta, squadra con cui gioca fino al 2013, collezionando 152 presenze e mettendo a referto 14 gol e 16 assist. La fascia destra è sua, con il 79 sulle spalle ed un motorino al posto delle gambe. Dopo essersi trasferito prima al Varese e poi al Lecce, fa ritorno in terra bergamasca per vestire la maglia del Ponte San Pietro. Oggi gioca in Serie D, è il terzo miglior marcatore della squadra in questa stagione e, nonostante i 42 anni (è un classe 1979), continua a dominare sulla fascia destra. Lo abbiamo incontrato, per capire come riesca a essere ancora sulla breccia e per carpirgli qualche ricordo in vista della prossima partita dell’Atalanta contro la Sampdoria.

Adriano, come fa a mantenersi a questi livelli da così tanto tempo?

«Il mio segreto è sempre stato quello di allenarmi e di dare il massimo in ogni allenamento. Ascolto quello che mi viene detto dai preparatori atletici, ma cerco sempre di dare un qualcosa in più perché il fisico, man mano che si invecchia, ne ha bisogno. Anche quando sono in vacanza mi ritaglio sempre del tempo per allenarmi».

Nella sua biografia dal titolo “Volevo solo giocare a calcio”, scritta con Pierdomenico Baccalario ed uscita nel 2011, si racconta di un ragazzo che, nonostante un’infanzia difficile, ha il pensiero costante di giocare a calcio. C’è ancora questo ragazzo dentro di lei?

«Sì, è ancora così. Io vengo da una famiglia molto povera. Mio padre, José Carlos, l’ho perso quando avevo quindici anni. Andavo spesso a vederlo giocare a calcio. Mi sono innamorato del pallone. Lavoravo, ma sempre con un pallone tra le mani e, appena potevo, giocare era il mio primo pensiero.