I tormenti di Caudano per il calcio: il dispiacere per l’addio di Castagne, il fastidio per la centrifuga degli anticipi

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S ettembre non è un mese, per il professor Caudano: è una luce. Perché è ancora estate, splende ancora il sole, non c’è ancora scuola, eppure la luce di settembre è inconfondibile, per il semplice fatto che non è già più quella di agosto, ed è come più trasparente, rispettosa, quasi riflessiva. La luce di settembre è ancora estate ma non è già più estate: basta la prima pioggia vera e qualcosa si guasta per sempre. Non che al buon Elvio ciò provochi più che tanta tristezza, visto il caldo che ha dovuto sopportare senza difese (fughe in montagna a o al mare, condizionatori o ventilatori). Eppure... Eppure, ogni volta che l’estate inizia ad ammainare i suoi vessilli, un pensiero alla vita che declina e che, proprio come l’estate, lui non ha vissuto se non molto parzialmente, gli viene, ed è un pensiero in qualche modo ferito. Quest’anno, poi, con il calcio tutto sbalestrato per via del virus, non c’è neppure l’Atalanta che gioca. Se mai, ci sono le notizie che la riguardano, e non tutte sollevano il morale al professore. Tifoso sentimentale quant’altri mai, per esempio, ha preso male la partenza di Castagne. Gli piaceva, quell’esterno duttile e, almeno all’apparenza, timido.