Il futuro del vivaio, tra Zingonia e Adelaide. I piedi per terra e la testa nel mondo: è l’Atalanta di oggi. Lo scritto di Ombra

storia. Lo scritto di Ombra

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C i sono momenti nell’arco di una stagione in cui anche il più strenuo sostenitore dell’Atalanta, per non perdersi nulla e rimanere al passo con novità ed evoluzioni delle forme nerazzurre, deve correre. Macché correre, deve sprintare come Højlund in campo aperto. Giorni in cui le notizie si accavallano l’una sull’altra, non lasciando il tempo nemmeno per una riflessione ponderata. Tra lunedì e martedì sul campo non è successo nulla, ma il mondo Atalanta ha subito alcuni scossoni non indifferenti. Come se il nostro secolare albero si trovasse in una foresta su cui incombe il brutto tempo, che smuove le radici e fa ondeggiare foglie e rami. Nel luglio 2021, l’Economist ha eletto Auckland come città più vivibile al mondo. Al secondo posto la giapponese Osaka, al terzo l’australiana Adelaide. Chissà che l’annuncio della collaborazione tra l’Atalanta e l’Adelaide City Football Club non sia dovuto proprio a questo (speriamo di no, anche Bergamo è un gioiellino in fondo in fondo…). Quel che è certo è che, volenti o nolenti, abbiamo assistito a un momento storico. La prima affiliazione internazionale dei colori nerazzurri è stata accolta con un misto di scetticismo, freddezza, superficialità. Non che ci si debba aspettare stravolgimenti a livello di accademia giovanile, metodi di allenamento o invenzioni tattiche. Intanto, però, la bandierina è stata messa.