Il prof. Caudano è alle prese col Covid. Ma si rincuora con il ritorno a casa di Ilicic , e con i video delle sue perle migliori

storia.

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T ra Fiorentina e Udinese. Una settimana come un filo teso. Fiorentina domata, “con le buone e con le cattive”, si è detto il professor Caudano al novantesimo: le buone parendogli lo spunto di Muriel e la puntualità di Lookman sul gol, le occasioni create, certe ripartenze dopo il vantaggio, il tuttocampismo di Koopmeiners; e le cattive la tenuta difensiva, la feroce determinazione di Okoli, il finale laggiù, nelle buche, in attesa che lo sgocciolare dei secondi facesse la propria parte fino al triplice fischio. Udinese da scoprire, ma tosta, tecnica, rapida. “Il calendario poteva essere più generoso”, bofonchia Caudano in un venerdì sera autunnale già freddo. Lo scorso anno, a Udine si vinse facile, con l’aiuto della normativa sul covid. Ora, il covid rischia di averlo Caudano. Si sottoporrà al tampone. Andrà in farmacia domani pomeriggio. Intanto, da un paio di giorni alterna mal di gola, mal di testa, tosse, raffreddore. Stare a casa da scuola, neppure sa come si faccia, sotto il profilo burocratico, e anche sotto quello del senso del dovere. Senza contare che, se perde giorni, poi nelle due famigerate prime tocca a lui recuperare interrogazioni e compiti in classe… La televisione trasmette immagini dall’Iran: le liceali che si strappano il velo e gridano “morte al dittatore!”. Caudano le guarda e pensa alle sue allieve. Si chiede se e per che cosa potrebbero mai strapparsi il velo della sostanziale inerzia in cui galleggiano: lo studio così così, nessuna passione civile, una sostanziale paura per il futuro, se non del futuro.