Il prof. Caudano e la «non voglia» di Torino-Atalanta. Poi un biglietto improvviso cambia tutto

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L unedì di cielo bigio, di un color cenere che fa sembrare settembre molto più l’anticamera dell’autunno che non l’ultima, benedetta stanza dell’estate. L’Atalanta non ha giocato, sicché ha privato il professor Caudano della gioia che vive a ogni vittoria, e lo ha però anche tenuto al riparo dalla delusione della sconfitta, evento che non ha ancora imparato a metabolizzare con noncurante saggezza. Animo neutro, insomma, come la luce del mattino che il buon Elvio trova fuori dal portone di casa. Cammina rapido: ha sempre la prima ora, dettaglio forse casuale ma che a un mattiniero come lui piace. Probabile che le colleghe della “Commissione orario” abbiano intuito che il collega Caudano non sta certo a oziare a letto, e perciò gli diano sempre l’obbligo di presentarsi alle 8. Strada facendo, Elvio rimugina, un po’ il contenuto delle lezioni che ha da tenere, un po’ i risultati della prima giornata, che lui legge tutti in chiave atalantina. A proposito di Atalanta, di colpo si rende conto di avere in cuore una svogliatezza insidiosa. La partita di Torino un poco lo spaventa, perché teme che la sconfitta di Firenze indurrà i granata alla concentrazione e all’ansia di riscatto. Oltretutto, l’ultimo precedente è quel meraviglioso 0-7 impreziosito dal recupero di Palomino su Laxalt in occasione del primo goal e dalla segnatura di Ilicic da centrocampo: probabile che gli avversari vorranno prendersi una rivincita, se non nel punteggio, almeno nel risultato.