“E lo sai che cos’è un enueg? Te lo ricordi?”, chiede il professor Caudano a un’alunna di quinta. Una brava. Che potrebbe ricordarselo, anche se è una cosa di cui parlarono due anni fa, quando stavano in terza e studiavano la letteratura del Trecento.
Fuori, maggio pare fine giugno. Luce e caldo entrano senza misura dalle finestre aperte. “Sì, lo so”, replica la ragazza. E snocciola: “È un genere della poesia provenzale, se non sbaglio. In pratica, il poeta elenca una serie di cose che non gli piacciono o che gli danno fastidio. Mi pare fosse il contrario del palzer, che era invece un’esposizione di cose gradite”.
Benissimo.
La domanda stravagante gliel’ha suggerita un testo di Montale che fa il verso alla Pioggia nel pineto di D’Annunzio e che, appunto, si intitola Piove.