Il prof. Caudano, Genoa-Atalanta, un messaggio su WhatsApp. E una domanda che lo tormenta

storia. Il nuovo racconto di Stefano Corsi

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E sistesse un Dio atalantino corredato di tanto di sacramenti, il professor Caudano avrebbe un peccato da confessare. In vita sua, è accaduto molto raramente che si perdesse una partita della sua squadra: qualche volte allo stadio, per decenni interi alla radio e poi alle televisioni a pagamento, sempre o quasi a onorato la partita. Oltretutto, con i sistemi più recenti, per non vederla bisogna quasi mettersi d’impegno, perché è possibile il recupero in differita quando si voglia. La domenica prima di Natale, il parroco di Murazzano aveva organizzato una cena in parrocchia e lo aveva pregato di partecipare, facendogli quasi intendere che era una sorta di ospite di onore, beninteso onore di una parrocchia sperduta nelle Langhe. Il povero Elio aveva sùbito fatto il conto che cena e partita dell’Atalanta sarebbero coincise. Ma aveva appunto pensato che all’evento calcistico si sarebbe dedicato una volta rientrato a casa. Unica misura da attuare, per non rovinare la visione, quella di tenersi isolato dalle notizie circa il punteggio che sarebbe venuto a maturare sul campo di gioco.