C laudio gliel’aveva promesso con tutte le migliori intenzioni, di dire al bar che non tirassero fuori la questione Gasperini-Jurić davanti a lui. Nei giorni successivi, però, Elvio ci ha ripensato, anche per aver visto che davvero nessuno lo insolentiva a proposito della successione sulla panchina dell’Atalanta. E tutta la faccenda non gli è piaciuta: “In pratica, seppure in buona fede, Claudio mi ha trattato come persona fragile, che va protetta, magari che non si sa difendere. Ma il punto non è questo: senza voler fare lo sbruffone, penso di avere a disposizione mezzi lessicali e argomentativi superiori a quelli della media dei suoi clienti; né avrei paura del confronto; il fatto è che non ho voglia di insolenze grossolane a cui sarebbe pressoché inutile rispondere con argomentazioni sottili”. Il professore ci pensa in una domenica di giugno assolata. Ha accostato tutte le imposte per guadagnare alla sua casa quel po’ di ombra che la può rendere vagamente abitabile. È in attesa di Francesco, che avrà l’orale di maturità il lunedì. Le ante convergenti disegnano due angoli di circa 30 gradi, e fra loro lasciano aperta una linea verticale di qualche centimetro. Elvio intravede aldilà una luce accecante, il giallo polveroso delle stradine che mettono ai filari, un cielo biancastro che dovrà attendere la sera per farsi azzurro, l’immota stasi dell’estate che è mediterranea anche lontano dal mare, il quale se ne sta laggiù, alla fine della discesa verso Savona.