Il prof Caudano e l’incubo di mezza estate: tutto il calcio finirà in Arabia? E l’Atalanta, esisterà ancora?

scheda. Il racconto di Stefano Corsi

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S era d’estate. L’estate può anche essere la più crudele delle stagioni, specie per un uomo come il professor Caudano, che raramente sa risolversi a partire, e resta dunque in città. In una Jesi sempre più vuota, con un senso di solitudine che arriva ad opprimerlo. Del resto, in una sorta di cortocircuito, è proprio la solitudine a tenerlo in città, perché ogni suo pensiero di piccola o grande vacanza si infrange contro una considerazione azzerante: “Inutile spendere per andare in giro da solo. Da solo, posso starmene benissimo a casa, dove, peraltro, meno solo mi sento. Fra le mie cose, i miei libri, i miei riti”.

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E così, il buon Elvio non parte mai, o quasi. Semmai, si concede piccoli compensi quotidiani: l’acquisto di un libro, la cena in un ristorante che ama, un gelato nella gelateria migliore. È appunto lì, in questa sera. Nel pomeriggio, l’Atalanta ha vinto scialbamente un’amichevole con la Pro Sesto, che lui ha intravisto su YouTube. La partenza di Høilund lo ha lasciato indifferente. “Ci vogliono anaffettivi? E anaffettività sia!”, si era detto accendendo il computer.