Il prof. Caudano, la pausa dell’Atalanta e quello studente che gli riserva una sorpresa (con piccolo inganno)

storia. Il nuovo racconto di Stefano Corsi

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C i sono momenti dell’anno che al professor Caudano paiono nevralgici, e, come tali, più insidiosi. In genere li lascia passare con un atteggiamento di passiva prudenza, come se l’inazione e il basso profilo potessero in qualche modo metterlo al riparo da negatività che irrazionalmente percepisce o crede di dover temere. La soglia dell’anno, vuota di impegni e per lo più fredda e deserta, fa parte di quei momenti, e la rinuncia alla scuola non fa che ingigantire il senso di vuoto che, in genere, il ritorno in cattedra e gli scrutini attenuavano. In questo 2025, poi, ci si è messa pure l’Atalanta, eliminata il secondo giorno dell’anno dal torneo arabo e poi a riposo in campionato. Giocavano le altre, certo, ma quelle il professore le segue volutamente leggendo o sistemando casa, perché si concede novanta minuti di concentrazione sul calcio solo se giocano i nerazzurri. Tutto il resto è un sottofondo che suscita curiosità solo in caso di reti, pali, traverse, espulsioni o altri episodi significativi. Qualche sguardo ogni tanto, e nulla più. Ci sarebbe il mercato, al limite. Ma quello gli pare una stucchevole giostra già in estate, figurarsi nel bel mezzo del campionato. Oltretutto, da qualche tempo ha notato che gli esperti della materia, giornalisti che vivono solo di trattative, prestiti, acquisti e cessioni, hanno messo a punto una loro retorica, un loro lessico (“Il Milan farà un difensore e un centrocampista entro metà mese”, “Il ragazzo vuole l’Inter e inchiostrerà massimo settimana prossima”) e perfino una loro impostazione della voce. Più seriosa e compresa di quella dei competenti di geopolitica interpellati sui grandi conflitti bellici o sul futuro delle relazioni internazionali. Pazzesco…