Il prof. Caudano pensa al ciclo terribile che aspetta l’Atalanta. Poi, di colpo, una notizia lo catapulta nel passato

storia. Il nuovo racconto di Stefano Corsi

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I l parroco di Jesi, don Aldo, lo chiama almeno una volta la settimana. Il professor Caudano non ha capito se sia un obbligo che impone a se stesso, una sorta di opera di carità (tenere aperto il contatto con un fedele apparso in evidente crisi, al punto da scappare), o se sia un appuntamento che gli fa piacere. Fatto sta che la telefonata in genere arriva, in una sera variabile della prima parte della settimana. Mercoledì il buon Elvio stava almanaccando sul maledetto calendario che vedrà l’Atalanta impegnatissima contro avversari di valore nel giro di pochi giorni: qualunque tifoso nerazzurro lo sa a memoria, quale tour de force attenda la squadra di Gasperini. I due viaggi a San Siro, Bologna, l’Europa con lo Sporting che si è pure male incastrata, la Juventus, la Fiorentina: il rischio è di venire risucchiati dai rivali feroci che stanno alle spalle, anche se il professore prova a salvarsi con un ragionamento elementare: anche dovessimo restare attardati, poi inevitabilmente arriveranno giornate più più semplici… Suona il telefonino, è don Aldo. “Professore, buonasera (si danno meravigliosamente del lei, dopo almeno vent’anni di conoscenza). Come va?”. Convenevoli. Poi, il sacerdote, totalmente ignorando di risvegliare una lontana memoria nel suo interlocutore, lo informa: “La parrocchia è un po’ in subbuglio, e lo sono un po’ anch’io, in verità, perché, a 94 anni, è mancato il dottor Coppi”.