Il prof. Caudano e le riflessioni sui tre cicli di Gasp. Con una consolazione: l’Atalanta non andrà mai in pensione

commento. Il nuovo racconto di Stefano Corsi

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L e vie del Signore sono infinite, ma anche quelle dell’ amicizie e quelle di Internet sono molteplici, sicché perfino a Murazzano alla fine è arrivata l’intervista di Gasperini a L’Eco di Bergamo. Evento raro, testo che il professor Caudano s’è letto tutto d’un fiato. Per poi fermarsi a riflettere. Molte cose lo hanno colpito, ma più di tutte che Gasperini abbia parlato di un Gasperini uno, di un Gasperini due e di un Gasperini tre. Il buon Elvio si è chiesto esattamente quali fossero i confini cronologici tra l’uno e l’altro, e non era certissimo di saperli individuare tra il secondo e il terzo Gasp, mentre gli pare di sapere benissimo quando è finito il primo. Gasperini ha dichiarato che nel primo ciclo erano i calciatori erano tutti italiani, mentre nel secondo tutti stranieri, e che questo è il terzo. A occhio, al professore i conti non tornano, perché stranieri ce n’erano anche il primo anno di Gasperini, gli basta ricordare Toloi, Kurtic e Kessie. Più che altro, però, gli interessa stabilire i tre cicli sulla base della sua percezione sentimentale, e allora, probabilmente contraddicendo il mister, gli pare che il primo arrivi fino alla fatale stagione 2019 - 2020, quando la macchina inaugurata nel 2016 era giunta al massimo della sua potenza. Dolci rimembranze: tra ottobre e Natale, in quell’annata ci sono il 7-1 all’Udinese, lo 0-3 a Brescia, il 5-0 al Milan; dopo Capodanno, il 5-0 al Parma, lo 0-7 a Torino contro i granata, il già citato 2-7 di Lecce. Preceduto e seguito dalle vittorie nei quarti di Champions League sul Valencia (4-1 a San Siro, 3-4 al Mestalla, con quadripletta di Ilicic, probabilmente nella sera della sua akmé calcistica). C’è poi un dettaglio forse un poco capzioso, ma che il professore non scorda mai.