Il prof. Caudano una sera all’osteria: divagazioni fra Vietnam, Baricco, Ovidio e l’Atalanta (cioè, Miranchuk)

storia. Il racconto di Stefano Corsi

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F inisce la lezione nella sala della parrocchia. Il professor Caudano è contento: insegnare agli adulti significa rivolgersi a persone che vogliono imparare, che ricavano a fatica un po’ di tempo dalle loro giornate e che hanno già in gran parte deciso che cosa essere nella loro vita. Laddove insegnare a degli adolescenti significa avere a che fare con ragazzi che per lo più devono imparare e non sempre hanno scelto che cosa né capiscono se serva ciò che gli viene imposto, che hanno giornate intere libere e mille idee divertenti con cui riempirle e che non hanno la minima idea di che cosa saranno nella vita. Ma gli adolescenti, per Caudano, stanno a Jesi, disinnescati dalla meravigliosa pausa dell’aspettativa. Sia il greco che il latino, nelle Langhe, invece procedono bene. Il buon Elvio taglia, riduce, semplifica, guida con la mano sicura del docente di lungo corso. E i seminaristi e gli uditori aggiuntisi studiano, eccome. Il clima è buono. Al punto che dopo l’ultimo incontro proprio i seminaristi propongono una coda in osteria. “Sono i giorni della merla, bere qualcosa di forte non può che scaldarci e farci bene!”, propongono. Il professor Caudano ha un momento di perplessità, poi capisce che è soprattutto lui che non può mancare, per età e centralità nella curiosa compagnia. E allora accetta l’invito, anche perché il giorno dopo non ha la scuola con la campanella delle 8…