Il prof. Caudano sogna Pasalic che torna all’Atalanta da campione del mondo. E la tv antica, rispetto agli strilli di oggi

storia.

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U na svogliatura, direbbe il commendator Angeloni di gaddiana memoria. Una svogliatura dicembrina che il professor Caudano si concede la sera del 13 dicembre, Santa Lucia: cena seguita da tris di dolci a lui carissimi, cioè a base dello stesso frutto. Una mousse di castagne, una crostata con marmellata di marroni e dei marroni immersi nel miele. Del resto, lui mezzo bergamasco si sente, e la Santa dei doni ai bambini vuole onorarla… Attentato glicemico che lo tramortisce nel dopocena sul divano, però. Attende la prima semifinale. Tifa Pasalic, ovvio. Il sogno neanche tanto mascherato è che il 4 gennaio l’Atalanta possa ritornare in campo schierando un campione del mondo fresco fresco. Ulteriore record degli anni gasperiniani, sarebbe. Il buon Elvio ci pensa e si chiede se, nel caso, Gasperini ritoccherebbe le gerarchie: avrebbe il coraggio (o l’improntitudine) di riservare Mario alla panchina e agli spezzoni di partita, oppure agli inizi da titolare e poi al cambio verso l’ora di gioco, se Mario tornasse a Zingonia scendendo dal tetto del mondo e con le decorazioni del Weltmeister appuntate sulla maglia a scacchi bianchi e rossi? E che accadrebbe nel gruppo? Tutto come prima, al massimo qualche sfottò dei più vecchi o dei più scherzosi, al minimo il rispetto devoto dei più giovani e dei più timidi, e lui, Pasalic, serio, taciturno e piedi per terra come sempre? O, al contrario, il campione del mondo Pasalic vero erede dei due più forti e già entrati nel mito, Papu e Ilicic, naturalmente, perduti nel giro di pochi mesi e già assurti a simbolo delle stagioni più belle?