P rimo pomeriggio. Aula con le veneziane abbassate. Filtra poco sole. Per uno come il professor Caudano, che leggero non mangia quasi mai e che quindi si condanna per lo più a laboriose digestioni, il pericolo del torpore è dietro l’angolo. Scrutinio in sfavore di preside. Nel senso che la preside non può vedere che cosa lui combini con il suo iPad. Del resto, le operazioni sono ridotte a poco più che mera formalità. Scorrono i nomi e le valutazioni, la coordinatrice propone il voto di condotta, i commenti sono rarissimi e raramente pertinenti.
Inevitabile che il buon Elvio, protetto dalla posizione, navighi nelle acque nerazzurre della sua passione. Sullo sfondo, in verità, tiene il registro, giusto per controllare di aver inserito i voti rispondenti alle singole situazioni, ma, per il resto, la testa è a Bergamo. Rassegnato alla partenza di Miranchuk, frammento di cuore strappato, ora deve temere per Zapata e Gosens.