Il Verona e quella volta che ha evitato il baratro della C2 grazie al gol di un pupillo di Gasp

storia. La storia di Dino Nikpalj

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Q uindici anni fa in questi giorni il Verona si giocava la salvezza in C1. Capirete bene che con questi presupposti i supporters scaligeri sono pronti più o meno a tutto, anche a una partita da dentro o fuori come quella di Bergamo, terreno da sempre discretamente ostile. Qui nel 1985 gli scaligeri hanno conquistato il loro (unico, ma che invidia…) scudetto con 15mila tifosi festanti al seguito e generalmente a ogni incrocio sono state botte da orbi. A cominciare da quello quasi fortuito e surreale della 1ª giornata del campionato di serie B 1974-75 quando le Brigate Gialloblu (costituite nel 1971 poche settimane prima degli storici Commandos dell’Atalanta, nati sulla strada di ritorno da una vittoria proprio a Verona) se ne entrano belle tranquille nella curva Nord in 500 e si piazzano al centro esatto con tamburi, bandiere e striscioni, inconsapevoli del fatto che da un anno abbondante gli ultrà nerazzurri avevano lasciato la Sud per piazzarsi nella curva fronteggiante. Del resto era un paio di campionati che nerazzurri e gialloblu non s’incrociavano e all’epoca mica c’era internet e, fortunatamente, nemmeno i leoni da tastiera. Ma torniamo alla stagione più bassa della storia scaligera, la 2007-08: dopo aver perso con Ventura (sì, lui…) in panchina i playout con lo Spezia ed essere retrocessi in terza serie, il Verona si ritrova nei panni dell’Atalanta del campionato 1981-82, ovvero ha il dovere (l’obbligo, secondo i tifosi) di tornare su il più rapidamente possibile. All’epoca per testare strutture e solidità economica delle società alle squadre del nord ne vengono aggregate altre 5 da Firenze in giù. Se l’Atalanta aveva dovuto fare conoscenza con piazze decisamente insolite e inedite quali Trento, Rho, Forlì e la mitica Sant’Angelo Lodigiano, i gialloblu si ritrovano a dover incrociare i tacchetti a Sassuolo (vincerà il campionato con Max Allegri in panchina), Sesto San Giovanni, Foligno e le terribili Manfredonia, Cava dei Tirreni e Pagani, autentiche piazze infuocate. Più qualche vecchia gloria del calcio che fu tipo Foggia, Ternana, Venezia, Lecco, Novara, Legnano e Pro Patria, la vera chiave di questa vicenda.