La storia di Atalanta-Fiorentina? Quello scudetto perso nell’82 con lo zampino di Bergamo (e del solito rigore per la Juve)

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Q uella domenica di maggio del 1982 l’Atalanta giocava a Vicenza, al glorioso “Menti”, ma soprattutto giocava 2 categorie sotto, in quella C1 che da un lato resta il punto più basso della storia nerazzurra, dall’altro la prima pietra di una ricostruzione che due anni dopo ci avrebbe riportato in serie A e qualche mese dopo ancora a (re)incontrare la Fiorentina. E pazienza che ci avrebbe dato 5 pappine (a zero) con tanto di prima rete di Socrates, uno venuto in Italia più a studiare l’arte che a giocare a pallone, ma che alla fine 2 dei 6 goal di quella stagione 1984-85 li ha fatti all’Atalanta. Ma torniamo al 1982, anno del Mundial spagnolo: quella domenica 16 maggio i viola erano in Sardegna a giocarsi uno scudetto atteso da 13 anni. Che ora sono diventati 52, tanto per gradire. Il buon Eraldo Pecci quando giocava nel Torino diceva che con la Juve c’era poco da fare, che anche se avessero conquistato 60 punti (tutti, all’epoca la vittoria ne valeva 2 e c’erano 16 squadre) i bianconeri ne avrebbero comunque fatto in qualche modo uno in più. Era capitato in quell’incredibile stagione 1976-77 dove ai granata campioni d’Italia non era bastato arrivare a 50 perché i cugini erano saliti a 51: capiterà anche in quel caldo maggio del 1982, a poche settimane dal Mondiale. Per la cronaca, Pecci nel frattempo era passato alla Fiorentina insieme ad un altro eroe di quello storico scudetto del Toro di Radice, Ciccio Graziani: quindi erano pronti a tutto. Più o meno.