La storia di Diallo, cioè Traorè: il «fantasma» dell’Atalanta. Nerazzurro in attesa di volare al Manchester

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D opo aver trattato negli episodi precedenti di due stelline militanti in Premier League e Liga, il nostro viaggio nei giovani talenti del calcio internazionale rientra nei confini nazionali (ed in particolare bergamaschi) per parlare di un’altra promessa che ha già convinto a soli 18 anni i Red Devils a sborsare circa 40 milioni di euro tra parte fissa e bonus. Stiamo parlando ovviamente di Amad Diallo, conosciuto fino a qualche mese fa come Amad Traorè. Come per molti calciatori africani che hanno poi trovato la propria strada in Europa, anche per Diallo l’infanzia non è stata delle più facili. Amad nasce l’11 luglio 2002 ad Abidjan, ex capitale della Costa d’Avorio e città più popolosa del paese con ben 5,6 milioni di abitanti complessivi nell’area metropolitana. L’area metropolitana si estende per svariati chilometri nella «Laguna Ebriè», una laguna che copre più di 130 km in lunghezza e in cui sfocia il fiume Comoë sulle cui sponde vivevano Amad e famiglia. Seppure Diallo sia nato in una famiglia di ceto medio ivoriana, non pensiate che il concetto di «famiglia media» in Costa d’Avorio corrisponda a quello nostrano: come si vede in foto, la casa in cui è cresciuto Diallo non è affatto delle più lussuose (la casa d’infanzia di Amad come detto da lui stesso sui social è simile a quelle in foto).

Ad acuire i problemi già presenti in Costa d’Avorio all’epoca si aggiunse anche una guerra civile scoppiata pochi mesi dopo la nascita del futuro atalantino, guerra che durò fino al 2011 e scoppiata per motivi di discriminazione razziale.