L’Atalanta a Napoli a Pasqua? Non è una novità: c’è un precedente natalizio. Ecco come andò a finire

storia. La storia di Dino Nikpalj

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S e giocare il sabato Santo può sembrare strano sappiate che a) nel campionato 1977-78 l’Atalanta ha giocato addirittura il giorno di Pasqua perdendo in casa 0-1 con l’Inter e b) la prima partita dei nerazzurri in quello che ora si chiama stadio Diego Armando Maradona, prima noto come San Paolo, si è disputata nientemeno che il giorno di Natale del 1960. Altro che boxing day all’inglese: “Il calcio ha fretta, il campionato non riposa neppure a Natale” si legge nella pagina delle “Ultime di sport” de L’Eco di Bergamo del 25-26 dicembre. Segno anche che ai tempi la vigilia era un normale giorno lavorativo per i giornalisti.

In realtà la prima trasferta napoletana per l’Atalanta risale nientemeno che al 20 marzo del 1938, una sconfitta 1-0 in quello che è stato il primo stadio degli azzurri di casa, il Partenopeo, a poca distanza dalla stazione centrale. Incredibile ma vero era di proprietà della società, o meglio del suo presidente: Giorgio Ascarelli, morto poche settimane dopo l’inaugurazione del 1930. Lo stadio gli viene così intitolato ed è qui che il Napoli gioca fino allo scoppio della guerra che segna anche la fine dell’impianto ridotto a un deposito di macerie prima e a una baraccopoli poi.

Nel 1946 i partenopei traslocano così in collina, nel borghese quartiere del Vomero, in un impianto che già li aveva ospitati durante i lavori di ristrutturazione dell’Ascarelli per i Mondiali del 1938 e che nelle varie denominazioni assunte è un compendio di quei tempi difficili: prima stadio 28 ottobre (giorno della Marcia su Roma), poi del Littorio e dal 1945 al 1963 della Liberazione. Infine viene intitolato al giornalista sportivo Arturo Collana: il prossimo 12 aprile dovrebbe riaprire dopo un importante restyling che l’ha trasformato in una struttura polisportiva.