L’Atalanta affronta il West Ham e la sua storia: la Londra popolare, i tifosi «casual» e i primi hooligans, Di Canio superstar

storia.

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L a vera anima del West Ham, che nelle prossime ore affronta l’Atalanta in amichevole, non è nel modernissimo Stadio Olimpico griffato Populous, colosso Uk che aveva progettato anche la versione bis di quello a Grumello del Piano nel 2011, rimasta sulla carta: per trovarla bisogna fare qualche miglio in più, 5 fermate di metropolitana (e un cambio di linea) in tutto. L’uscita della District Line ad Upton Park è appena un attimo sopra il piano stradale, una situazione che sembra fatta apposta per scrutare l’orizzonte e cominciare a preoccuparsi. A destra c’è il Queen’s Market con l’omonimo pub, una sorta di comitato di benvenuto per tutte le tifoserie ospiti che si avventuravano a Londra est: davanti la strada che portava allo stadio, Upton Park o Boleyn Ground che dir si voglia, demolito nel 2017 per lasciare posto all’ennesimo insediamento residenziale. In fondo c’è il monumento ai vincitori della Coppa del mondo del 1966, guardato a vista da un altro pub leggendario, lo splendido Boleyn con le sue imponenti architetture di fine ‘800.

Il basamento riporta la formazione che ha superato 4-2 la Germania a Wembley, ma i giocatori nella statua solo sono 4: il capitano Bobby Moore, Geoff Hurst, Martin Peters e Ray Wilson, tutti Hammers. Perché qui non dicono che è stata l’Inghilterra a vincere quel titolo (il solo, come ben sappiamo), ma il West Ham: 3 reti di Hurst e una di Peters, più Moore che ha alzato la Rimet.