L’Atalanta affronta l’Union Berlino: cioè la capitale della lotta contro il «calcio moderno». Ecco tutta la storia

storia. La storia di Dino Nikpalj

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C ontro, o meglio anti. Su una rivista dei tempi della Ddr c’era scritto che “non ogni tifoso dell’Union è nemico dello Stato, ma ogni nemico dello Stato è tifoso dell’Union”. E non si potrebbe raccontare meglio questa squadra di Berlino che dal 1906, anno di fondazione, ha sempre fatto storia a sé e continua a farla, al di qua e al di là del Muro. Per chi dagli spalti lancia strali contro il calcio moderno, quello delle pay-tv, del business is business e degli sponsor sempre più invasivi, Köpenick è il posto giusto. Non è molto distante dal nuovo aeroporto della ritrovata capitale tedesca ma non lo troverete in alcuna guida turistica: c’è solo l’1 Fussballclub Union Berlin. E non è poco.

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Negli anni della Ddr era la squadra contro il potere, qualsiasi: su tutti quello della Dynamo Berlino di Eric Mielke, il capo della terribile Stasi, la polizia segreta. Un apparato talmente sofisticato e capillare capace di coinvolgere migliaia di tedeschi: c’è chi calcola che uno su tre facesse la spia per conto dello Stato. La Dynamo vince 10 campionati di fila prima del 1989 e del crollo del Muro, e lo fa con ogni metodo, generalmente illecito. Odiatissima in tutto il Paese, ha la sua principale rivale sportiva negli omonimi di Dresda, sociale in quelli dell’Union: punk, anticomunisti ma non di destra, contestatori, operai, anarcoidi, tutti legati solo dalla passione viscerale per la squadra. In una parola sola, il popolo.