L’Atalanta (e Gasp) e l’Inter dei record, nel ricordo di Andy Brehme

storia. La storia di Dino Nikpalj

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R ispetto al suo celebrato compagno sembrava quasi una seconda scelta, una sorta di surplus per avere acquistato quello che a tutti gli effetti era la superstar del calcio tedesco di fine anni ’80, Lothar Matthäus: cinque matrimoni, quattro figli e tre squadre rilevanti nella sua vita, Borussia Moenchengladbach, Bayern Monaco e Inter. Le ultime due le ha condivise con Andreas Brehme, scomparso lo scorso 20 febbraio a poco più di 63 anni, colpito da un infarto: meno appariscente e molto più tedesco rispetto al brillante compagno, ma ugualmente indispensabile, nei club e in nazionale. Un moto perpetuo con piedi buoni, cattivo quando serviva. Spesso. Matthaus nasce e cresce calcisticamente nel Borussia e quando nel 1984 annuncia a campionato in corso il passaggio agli arcirivali del Bayern (negli anni ’70 le due squadre si sono divisi titoli e seguito) quelli di Moenchengladbach gliela giurano per sempre. Brehme invece si muove tra Saarbrucken e soprattutto Kaiserslautern, la squadra che negli anni ’50 è del grande Fritz Walter (e pure di suo fratello Ottmar, in verità), totem del calcio tedesco post bellico: è lui a sollevare la Coppa Rimet del 1954 sorprendentemente vinta in Svizzera contro l’Ungheria delle meraviglie. C’è chi dice che la rinascita di un senso d’appartenenza in Germania cominci da quella finale di Berna. A Monaco Brehme ci arriva due anni dopo Matthäus, nel 1986: gioca terzino destro ma non lascia particolarmente il segno.