L’Atalanta e il Bologna, il «pasticcio» del 1979 e la vendetta (consumata fredda) di 30 anni fa: rossoblu spediti in C

storia.

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E ra appena finita l’estate, calda e bellissima. A colori. Quella dei Mondiali di Spagna, di Paolorossi (rigorosamente tutto attaccato) e di una Coppa del Mondo che per qualche settimana cancella come per magia l’opacità di quegli anni di piombo. Calcisticamente parlando per l’Atalanta sono anni di rinascita dopo l’illusione della serie A dal 1977 al 1979 e il brusco risveglio culminato con l’inferno della C1 del campionato 1981-82. Vinto nemmeno così agevolmente davanti al Monza in un girone dove c’erano nobili decadute come il Vicenza e vecchie glorie in cerca di un nuovo futuro come Modena, Triestina, Parma e Padova che nelle successive stagioni avrebbero conquistato la promozione tra i cadetti. Ai nastri di partenza di quel campionato di B stagione 1982-83 c’è anche il Bologna, per la prima volta nella sua storia. Aveva già rischiato altre volte la retrocessione salvandosi sul filo di lana anche in circostanze, come dire, strane: come in quella stagione 1978-79, quando alla penultima pareggia a reti bianche col Milan a San Siro nel giorno che sancisce lo scudetto della stella rossonera (e dove nessuno ha chiaramente molta intenzione di farsi male) e all’ultima recupera due reti all’imbattuto Perugia (che chiude secondo in classifica) rendendo inutile la vittoria dell’Atalanta sul Lanerossi Vicenza. In tre arrivano a quota 24 punti ma la differenza reti premia i felsinei e manda in B nerazzurri e biancorossi, entrambe con l’amaro in bocca e una gran brutta sensazione... Per la terza volta di fila il Bologna si salva così all’ultima giornata.