L’Atalanta e la Cremonese unite dal Mondo. Il racconto della figlia Clara: «La sua prima squadra, la sua famiglia»

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F amiglia. La parola che ricorre di più conversando con Clara Mondonico di Cremona e Cremonese è una sola: famiglia. Perché è lì che il suo papà Emiliano ha tirato i primi calci al pallone, ha fatto i primi gol (tanti: 88 in 224 partite, uno ogni 2,5 partite), è lì che ha assaggiato la panchina, imparando il mestiere soprattutto da se stesso. Bergamo e Cremona distano 100 chilometri di autostrada, una manciata meno passando dalle pianure, dalla nebbia che il Mondo attraversò poco più che bambino per andare là a giocare a pallone, contro il parere della mamma. E’ lui, soprattutto, a unire i puntini, a colmare le distanze. A far sì che Cremonese e Atalanta, in fondo, si somiglino un po’ e un po’ si vogliano anche bene, anche se domenica sul campo saranno avversarie: l’Atalanta per restare davanti a tutte, la Cremonese per togliersi dal fondo. Vicine per natura, distantissime per classifica. Clara, come sempre quando parla del papà, è un fiume in piena di ricordi, di aneddoti, di nomi. Di affetto e di nostalgia per un calcio che c’era e che, inevitabilmente, non c’è più nemmeno allo Zini. «Cremona è il posto in cui il papà andò da bambino – racconta Clara - contro il volere di mia nonna perché in quegli anni non si poteva pensare di vivere di pallone. Per vivere dovevi avere un lavoro, se vivevi giocando a calcio eri un lazzarone».