L’Atalanta, il Venezia e quegli incroci di Coppa Italia da non dimenticare: poche gioie, qualche dolore

storia.

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C osa hanno in comune Atalanta e Venezia oltre al 1907, anno di fondazione? La bacheca dei trofei: una Coppa Italia a testa. Se può consolare, quella lagunare si perde nella notte dei tempi. Se la nerazzurra si avvia ormai verso i 60 anni d’età, la neroverde ha già superato gli 80: è stata vinta nel 1941 con la denominazione – inequivocabile – di Associazione fascista calcio Venezia. Una delle tante che hanno caratterizzato il calcio da queste parti, comprese quelle frutto dell’unione con i vicini di casa mestrini che ha portato in dote anche l’arancione nei colori sociali.

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E a conferma che la Coppa Italia è uno dei pochi sprazzi di felicità del calcio venèxian, tra retrocessioni, fusioni mal digerite, incorporazioni, cambi di nome, fallimenti, rifondazioni ed esclusioni, nel 1999-2000 l’allora Ac Venezia 1907 (ora Venezia Football club, ultima denominazione conosciuta) è arrivata nientemeno che in semifinale. Ma procediamo con un minimo di ordine, perché le storie incrociate di Atalanta e Venezia offrono parecchi spunti. Cominciamo dal 9 maggio del 1937, campionato di serie B, penultima giornata: l’Atalanta guidata da Ottavio Barbieri (un mito della tifoseria genoana che gli ha dedicato il suo club più importante e longevo) conquista la sua prima storica promozione nella serie A a girone unico con un pareggio 2-2 su quell’isola di Sant’Elena che ancora oggi ospita lo stadio Penzo. La permanenza nella massima serie dura però solo una stagione (durante la quale l’Atalanta incontra ancora il Venezia in Coppa Italia eliminandolo 2-1 nella ripetizione dopo l’1-1 in laguna) e i nerazzurri fanno rapidamente ritorno tra i cadetti con la ferma volontà di restarci il meno possibile.