L’Atalanta, la Juve e la storia del giovane «Gasparini», che nel 1975 strappò uno scudetto agli Allievi di Magistrelli

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P are che a 9 anni fosse già così bravo da superare le selezioni al mitico “Combi”. Il problema è che per il tesseramento nelle giovanili bisognava aspettare il compimento dei 10, ma la Juventus aveva preferito bloccare comunque con un anno d’anticipo quel bambino di Grugliasco che con la palla ci sapeva davvero fare, Gian Piero Gasperini. Pare che il piccolo fosse così convinto dei propri mezzi da voler tentare lo stesso il provino nonostante fosse palesemente sotto età. Nella Juventus il Gasp ha fatto via via tutti i gradini delle giovanili fino alla prima squadra, seppure in modo strano: in serie A non ci è mai arrivato, in Coppa Italia sì. E’ l’estate del 1978, quella dei Mondiali in Argentina: praticamente tutta la Juve viene traslata in Nazionale, a Torino rimangono solo Virdis, Fanna, Boninsegna, Spinosi, Morini e Furino. Il Trap pesca a piene mani nelle giovanili e nei prestiti: in porta ci finisce Alessandrelli (due anni dopo insieme a Memo formerà una delle coppie di portieri più terrificanti visti a Bergamo) che riesce nella non trascurabile impresa di incassare 14 reti in 6 partite, davanti debutta il Gasp, reduce da una stagione in C a Reggio Emilia, e segna anche una rete nel 3-1 con il Taranto. Qualche settimana dopo viene mandato a Palermo per farsi le ossa: in Sicilia ci resta però per 5 anni e al primo vede dalla tribuna i rosanero perdere a 3 minuti dalla fine dei supplementari la Coppa Italia proprio contro la Juve. Ma c’è tanto di più da raccontare sul Gasp juventino.