L’Atalanta, la stagione come un film. E la ricerca di un lieto fine all’americana

storia. Lo scritto di Ombra

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A vete presente quei film catastrofici che sanno di Stati Uniti d’America già solo dalla locandina? Quelli tipo La guerra dei Mondi, 2012, The Day After Tomorrow, Independence Day e compagnia cantante? Calcisticamente parlando, la stagione dell’Atalanta è questo, e per fortuna i nerazzurri sembrano essere i protagonisti del film. Sono pellicole, queste, che non possono non affascinare e tenere attaccati allo schermo non tanto per la recitazione da Oscar, i dialoghi poetici o la fotografia alla Vittorio Storaro. Continui a guardarle per vedere sino a che punto può arrivare l’insostenibile sceneggiatura che preserva i protagonisti, che devono chiaramente arrivare sani e salvi al lieto fine nonostante il mondo intero, in qualche caso letteralmente, gli crolli intorno e addosso. Il 2022/2023 dell’Atalanta non è troppo lontano da un padre di famiglia che, pieno di graffi e pallottole nel costato, riesce a tenere in spalla la figlia per salvarla da un grattacielo in fiamme o dall’attacco di un popolo alieno. Sono quei film che possono piacere per davvero solo a chi ha il gusto dell’orrido ma che sono visti da molte più persone. La maggior parte delle quali non li prendono sul serio, li osservano con pregiudizio e il sorriso denigratorio sulle labbra, curiosi di guardare semplicemente solo sino a che punto la realtà inventata e virtuale si possa discostare da quella concreta. E forse la Serie A dei nerazzurri è questa, una serie di buchi di trama e salvataggi miracolosi che tengono gli attori in vita sino alle battute finali. Anche oltre i propri meriti? Anche oltre i propri meriti. Perché certe cose succedono solo nei film, ma il calcio degli anni ’20 e l’Atalanta di Gasperini dovrebbero averci insegnato che lo scontato e il prevedibile sono categorie ormai superflue.