L’Atalanta ritrova Shevchenko, l’allievo del Colonnello Lobanovskij passato dalla carriera militare alle aree di rigore

storia.

Lettura 6 min.

A 16 anni è stato scartato agli esami per l’ammissione all’Università di Fisica e cultura di Kiev dopo una prova di abilità calcistica: pare che i severissimi professori dell’ateneo - allora ancora sovietico - avessero avuto qualcosa da ridire sul dribbling. A quel punto i genitori di Andriy Shevchenko erano stati inflessibili. Quasi. C’era una sola soluzione, la scuola militare, con tanti saluti al calcio. Ma il ragazzo era già testardo allora, riuscendo a strappare un anno di tempo prima di ogni decisione, ma di mesi in realtà ne sono serviti molto meno. Oggi che il centravanti ucraino, uno dei bomber più devastanti dell’ultimo quarto di secolo, siede sulla panchina di un disastrato Genoa in cerca di una salvezza sempre più difficile e forse vorrebbe avere davanti a sé ancora almeno un anno come in quell’estate ucraina quando è arrivato il responso dell’Università, ma di tempo ce n’è sempre meno e il solo punto conquistato finora in 6 partite non depone a suo favore.

Per abbonarsi a Corner e leggere tutta l’analisi, clicca QUI
Per regalare Corner a Natale, clicca QUI

Quando dopo 18 anni di alti (pochi) e bassi (i più) Enrico Preziosi ha lasciato il Genoa nelle capienti e un po’ misteriose – come tutti i fondi, del resto – mani del fondo 777 Partners, le voci su un ritorno di Gian Piero Gasperini sulla panchina del Grifone si sono fatte molto insistenti, poi è arrivato il rinnovo del contratto con l’Atalanta a chiudere ogni spiraglio già minimo di suo. Ma da questa parte della Lanterna ora come ora non c’è molto tempo per una visione a lungo termine, prima c’è da salvare il salvabile: e così il primo a farne e spese è stato Davide Ballardini, personaggio degno del mister Wolf di tarantiniana memoria, uno che arriva e risolve i problemi. Un numero imprecisato di esoneri e richiami in corsa sulla panchina rossoblu, quattro salvezze conquistate in condizioni a tratti surreali, comunque pronto sempre a (ri-ri-ri-ri)tornare in corsa nel caso ce ne fosse ancora bisogno, e potrebbe non essere improbabile, visto l’andazzo che speriamo continui pure oggi nel match con l’Atalanta. Nell’attesa ha ceduto il timone di una squadra tirata su alla bell’e meglio a Shevchenko, fresco di risoluzione con la nazionale ucraina dopo l’Europeo, pare per divergenze sull’ingaggio.