L’Atalanta ritrova Sottil. Da Bergamo al Siracusa, vittorie, esoneri, fallimenti: ecco un mister che la gavetta l’ha fatta davvero

storia.

Lettura 6 min.

D a Venaria Reale, dove è nato, a Grugliasco, paese natale di Gian Piero Gasperini, ci passano poco più di 10 chilometri. Andrea Sottil è cresciuto nelle giovanili del Torino, il mister nerazzurro in quelle della Juve, in pratica quello della Dacia Arena è già un derby. Ma al di là di questo, la sua Udinese è la sorpresa di questa prima parte di stagione, così come lo era stato l’Ascoli raccolto in B alla vigilia di Natale del 2020 con soli 6 punti e un piede e mezzo in terza serie e portato alla salvezza diretta senza passare dai playout nel primo campionato, addirittura ai playoff in quello successivo. Grazie alla partenza sprint in campionato è stato nominato allenatore del mese di settembre, ma la vera impresa Andrea Sottil l’ha fatta alla sua prima esperienza in panchina, ormai 10 anni fa. Dopo aver allenato i ragazzini del Lucento, squadra della cintura torinese, si ritrova dritto sparato a guidare il Siracusa in Lega Pro, con esperienza meno di zero. Gli aretusei sono fuori dal calcio che conta da quasi 60 anni: l’ultimo campionato tra i cadetti è datato 1952-53 (il settimo di fila, tra l’altro), da allora tantissima serie C, le immancabili traversie finanziarie, un fallimento e campionati minori. In quegli anni il calcio siciliano che conta è quello dell’asse Palermo-Catania, con il recente inserimento del Messina: in B ci sono state anche Acireale e Licata e più tardi ci arriverà anche il Trapani, ma a Siracusa è stato già un mezzo miracolo tornare in D prima e in Lega Pro poi. Quattordici anni sono serviti. Ma poi quello che non succede per tanto tempo capita tutto insieme e di colpo.