L’ Atalanta non ha confini. Ovunque andiate nel mondo, sentirete qualcuno parlarne. La vittoria dell’Europa League ha dato un’enorme visibilità. La corsa scudetto con Inter e Napoli è oggetto di discussione in più di qualche trasmissione televisiva in giro per il mondo. Ma tantissimi appassionati si sono avvicinati al mondo nerazzurro già nel 2020, durante le Final eight della Champions League, disputate a Lisbona, dove l’Atalanta, ai quarti di finale contro il PSG, fino al 90’ sognava una semifinale. Davide che quasi batte Golia, alla prima partecipazione nella massima competizione internazionale. Questo ha fatto scattare la scintilla nel francese Eros Moureaud, 21enne di Parigi, città dove lavora nella sicurezza di eventi sportivi. “Ho conosciuto l’Atalanta tra il 2018 e il 2019, anche se non sapevo molto. Poi è arrivato il periodo delle Final eight durante il Covid e l’ho vista combattere contro il PSG - spiega Eros, raccontando com’è nato l’amore per l’Atalanta, l’unica squadra per cui fa il tifo -. Quella partita è stata una sorta di innesco, di miccia. Ho iniziato a guardare una partita, poi due, fino a seguirle tutte. Non ho mai visto una squadra, il cui nome non era ancora noto al grande pubblico e senza un budget esorbitante, mettere in difficoltà i grandi club, giocando con il cuore, il coraggio, la voglia, la determinazione, senza avere alcun tipo di paura. Questo è un qualcosa che non trovi da altre parti”. L’amore per l’Atalanta è cresciuto dopo un incontro particolare, avvenuto l’estate scorsa, mentre a Parigi c’erano le Olimpiadi: ”Un giorno in cui non lavoravo, ho deciso di fare una passeggiata, con una delle mie maglie dell’Atalanta, nel centro di Parigi. Sono arrivato agli Champs Elysée e ho conosciuto, per puro caso, una famiglia di bergamaschi che, notando l’abbigliamento, mi han parlato, pensando fossi un turista. È stato fantastico, mi ha fatto molto piacere incontrare dei bergamaschi in visita a Parigi che sono anche grandi sostenitori dell’Atalanta. Abbiam parlato, ci siamo scambiati i numeri, gli ho fatto vedere le foto scattate al Gewiss. È stato magnifico”.