L’Atalanta torna a Roma. Storia della «curva sud»: un insieme di gruppi storici, politica, affari. E tante «lame» di troppo

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N on nascondiamoci dietro ad un dito: se uno dice “curva sud” la prima risposta che viene in mente è “Roma”. Spontanea, naturale, praticamente automatica. Una delle tifoserie più calde del panorama internazionale, in passato persino amica di Atalanta e Juventus: stiamo parlando del periodo fine anni ’70-inizio anni ’80, poi le strade si sono divise e i rapporti diventati poco più che pessimi. Dell’aiuto della tifoseria nerazzurra alla latitanza di “Tzigano”, l’ultrà giallorosso responsabile dell’omicidio del laziale Vincenzo Paparelli, colpito nella Nord da un razzo lanciato dalla curva opposta nel derby dell’ottobre 1979, abbiamo già raccontato, così come della rottura del gemellaggio a fine settembre 1984 dopo un burrascoso Atalanta-Roma e una delle più furiose risse mai viste nel settore ospiti dell’allora Comunale. Da lì in poi qualsiasi incrocio sull’asse Bergamo-Roma è stato solo foriero di guai. In verità la curva giallorossa è passata attraverso una lunga storia di scossoni interni ed esterni: oltre ai gemellaggi con Atalanta e Juventus sono finiti in soffitta anche quelli con Napoli, Verona, Milan, Bologna e Genoa, ormai persi nella notte dei tempi. E lo stesso assetto dei gruppi della Sud è in una sorta di evoluzione costante e frenetica, con equilibri delicati e tentativi di aggregazione che nascono e muoiono nel giro di una stagione, spesso anche meno. Per un decennio la curva si è ritrovata più o meno compatta sotto un solo nome, quello del Cucs, Commando ultrà curva sud. Più o meno perché, in alto a sinistra, da sempre c’è un gruppo diventato quasi leggendario, i Fedayn, nati nel lontano 1972 (sì, il prossimo anno faranno mezzo secolo di tifo attivo, molto attivo…) nel quartiere Quadraro: tra i fondatori un nome indimenticabile nel panorama della tifoseria capitolina, quello di Roberto Rulli al quale è dedicato uno striscione. Onnipresente.