L’Atalanta trova lo Spezia a stelle e strisce. Storia di due società con una radice comune: una famiglia svizzera

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L o zio d’America ha l’ufficio a poche decine di metri dalla Casa Bianca e la villa di famiglia ad Arlington in Virginia, appena al di là del fiume Potomac, cittadina che accoglie il più famoso cimitero di guerra americano dove riposano migliaia e migliaia di veterani e anche i Kennedy. Si chiama Robert Platek, famiglia d’origine polacca, partner del fondo Msd Capital che gestisce l’immenso patrimonio di Michael Dell, nome magari meno famoso dei vari Bill Gates, Tim Cook o dello scomparso Steve Jobs, ma titolare di una delle più importanti realtà mondiali nel settore hardware e software che porta il suo nome.

La Dell però non ha nessun ruolo nell’operazione che ha portato Platek a diventare proprietario dello Spezia calcio dalla primavera scorsa, si tratta di un investimento meramente personale: anzi, familiare visto che in campo sono scesi anche il fratello, la moglie e figli. “La serie A è l’élite ed è da tempo che cercavamo un’opportunità di partnership con un club italiano di cui apprezzassimo la mission, l’ethos e l’etica. Così è stato con lo Spezia perché il club ha gli stessi valori un cui crede la nostra famiglia: il lavoro e l’umiltà” la prima dichiarazione pubblica dopo l’acquisto. Lo Spezia non è la sola squadra nel mazzo dei Platek che nelle scorse settimane sembravano interessati anche ai cechi del Viktoria Plzen: nell’attesa degli eventi sono comunque proprietari dei danesi del Sonderjyske, penultimi nella massima serie, e dei portoghesi del Casa Pia che navigano nei quartieri alti della cadetteria. Prima di sbarcare nel golfo dei Poeti avevano anche affiancato il connazionale Alan Pace nella vittoriosa scalata al Burnley, rognosissima squadra di Premier, e tentato quella al Sunderland, ora in terza serie ma società dal grande seguito e con un indubbio appeal mediatico dopo la fortunatissima (non per i tifosi) serie Netflix.