L’Atalanta verso lo stadio «Di Stéfano»: il prof. Caudano fa il giro d’Italia degli «stadietti». E trova storie incredibili

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P er il professor Caudano, ligio ai dizionari, i libri che consulta più volentieri, il finesettimana include sabato e domenica soltanto. Spesso, a scuola sente dire, da colleghi che hanno il sabato libero: “Venerdì andremo via per il weekend, lo facciamo lungo”. Perciò, con lieve irritazione da purista, una volta ha controllato, addirittura sul vocabolario della Treccani, trovando che il finesettimana viene definito “gli ultimi giorni della settimana (sabato e domenica), soprattutto in quanto siano destinati alla vacanza” e da allora ha il cuore in pace. Tecnicamente, il finesettimana ultimo scorso neppure ha visto scendere in campo l’Atalanta, che si era portata avanti appunto il venerdì, aveva vinto sull’ostico Spezia ribaltando un orrido primo tempo e aveva regalato al buon Elvio un sabato e una domenica di tutto relax. Gli sono rimaste le partite delle altre, quelle che lui non guarda ma tiene in sottofondo mentre fa altro. Per istinto sentimentale, in ciascuna si accorge subito di tenere a una delle contendenti, magari di poco, ma è rarissimo che gli accada di sentirsi del tutto imparziale, per non dire neutrale. E, se succede, non è un buon segno. Perché non si tratta mai di un distacco sereno, positivo; mai che due squadre gli piacciano entrambe. O gli siano serenamente indifferenti. In genere, se è equanime, è solo perché le due contendenti gli sono ugualmente antipatiche, quando non insopportabili. O parimenti contrapposte all’Atalanta da interessi di classifica. In tal caso, chiama quelle partite le “partite in utramque”, “contro l’una e l’altra”, e le guarda con la serenità di chi sarà felice in ogni caso: se le due formazioni invise pareggeranno, avranno preso solo un punto a testa; se invece una vincerà, ci sarà sempre il sottile piacere di veder perdere l’altra. Partite “in utramque” nell’ultimo weekend non ne sono mancate.