L’attesa del prof. Caudano (e non solo la sua...) e un pensiero: l’Atalanta non può privarsi di un’alchimia perfetta

storia. Il nuovo racconto di Stefano Corsi

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“C i risiamo”, brontola fra sé il professor Caudano sul finire di un pomeriggio di pioggia che mugugna oltre i vetri e rende la luce di maggio lattiginosa e monotona. “Come altre volte, eccoci ai giorni, e magari poi alle ore, di angosciosa attesa circa i destini della nostra panchina. Se Gasperini resta, se va, se si accordano, se si salutano. Diverse sirene, negli anni, lo hanno tentato: la Roma, il Napoli, certamente altre rimaste ignote”… A questo giro, potrebbe iniziare un domino di panchine prestigiose non occupate, accrescendo le tentazioni, le prospettive. Si libererà quella del Milan. Non da escludere quella dell’Inter. Magari del Napoli. Certamente (o no?) quella della Roma, e della Juventus. Il buon Elvio ci pensa e gli tremano i polsi. Gasperiniano fin da quando il Gasp arrivò portandosi dietro la fama di bel gioco, spesso mostrato anche a Bergamo con un Genoa capace di belle vittorie in Viale Giulio Cesare, rimane convinto che non ci sia allenatore migliore, per l’Atalanta. Lo dimostrano i numeri, anche solo i più evidenti, come le cinque qualificazioni Champions negli ultimi sette anni, o le nove iscrizioni europee su dieci, con un’Europa League vinta. “Però, quest’anno, ci sono stati momenti di tensione forte. Frasi macigno dette dal mister e anche dai dirigenti”, Elvio non sa negarselo. Controargomentazione: “D’altronde, quale connubio umano non conosce screzi e durezze che poi si assestano? Basta volerlo, o dovere”… E la mente gli corre ai suoi primi anni di insegnamento.