Lazio-Atalanta, indimenticabile quel 1978: perché «Gusto» Scala diventa un eroe e Avagliano entra nel «mito» laziale

scheda.

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T utti. Avevano segnato tutti. Mancava solo lui. Anche Ezio-gol Bertuzzo, richiamato a furor di popolo da Cesena, crocevia dei destini di questa storia, aveva fatto goal al Milan l’ultimo dell’anno. E pure Paina, comprato dalla Spal e autore della prima rete di quel campionato 1977-78 dove l’Atalanta ci era arrivata anche perché nello spareggio di Genova con il Cagliari era stato proprio lui a mettere il sigillo su punizione: tocco laterale di Cico Festa e sassata di Augusto Scala, 2-0 e tanti saluti agli isolani che accorciano vanamente le distanze con Lamagni.

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Quel 29 giugno 1977 a “Gusto”, romagnolo di Bagno di Romagna, era parso come un viaggio nel tempo, alla prima storica promozione del Cesena in serie A: 10 giugno 1973, 2-1 al Mantova e festa per tutti. Allora aveva aperto le danze con una punizione dal limite, a Genova invece le aveva chiuse. Ma nella stagione del ritorno in serie A non aveva ancora segnato e tutto sommato giocato poco: 6 presenze, solo 2 da titolare. In realtà fino a quel momento «Gusto» aveva realizzato solo due goal nella massima serie, con la maglia del Bologna tra il 1970 e il 1971: gli piaceva di più mettere estro e fantasia al servizio dei compagni, cercare il passaggio risolutivo, la giocata spettacolare, preferiva far segnare insomma. I capelli lunghi, l’aria vagamente bohemienne, una sorta di George Best al crescione: fa divertire ma è sostanzialmente incostante, genio e sregolatezza.