Le bandiere nel calcio (quelle che resistono). E l’Atalanta? C’era una volta Glenn. Ora è Rossi il più «fedele»

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I spirato dalla lunga intervista rilasciata da Marten de Roon a «Cronache di Spogliatoio» e dalla serie tv «Speravo de Morì Prima» che tanti hanno concluso di vedere, parliamo oggi di “bandiere” nel mondo del calcio. Non esiste un criterio univoco per definire cosa significhi il termine «bandiera», ma possiamo affermare che sia un concetto legato all’attaccamento verso la maglia, gli anni passati in un club, le presenze con la squadra, l’essere idolo e punto di riferimento dei tifosi oltre a tante altre variabili. Probabilmente è più facile immaginare il concetto legandolo ad alcuni giocatori universalmente riconosciuti come bandiere dei propri club: Totti, Del Piero, Maldini, Zanetti o Stromberg in Italia, Gerrard in Inghilterra, Hierro in Spagna, Lahm in Germania.

Ognuno di loro ha avuto carriere diverse, non tutti hanno avuto i natali nelle città della propria squadra, altri nemmeno hanno giocato nelle giovanili del club ma sono arrivati comunque in giovane età. Tutti però sono accomunati da una cosa: l’aver completato tante, tantissime partite con i club di cui sono considerati bandiere ed esservi rimasti per lunghissimo tempo. Visto che a noi di Corner piace far parlare i numeri e che il criterio appena citato è l’unico che permette di fare una valutazione oggettiva, usiamo proprio gli anni trascorsi in un club come termine di paragone per vedere quale sia la top 5 delle bandiere ancora in attività nel calcio odierno sempre più povero di queste figure, limitandoci però ai 10 maggiori campionati europei. Piccola premessa: Buffon, nonostante abbia trascorso moltissimo tempo alla Juventus, è escluso da questa classifica dato il trasferimento di pochi anni fa al PSG. Lo considerassimo sarebbe primo in classifica con quasi 19 anni passati in bianconero.