Le provinciali decadute/8 Il Foggia, da Zeman a Zeman passando da Signori e Rambaudi, fino a una serie infinita di flop

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F rengo (e stop) è già carico, “Simpatia” Zeman è tornato sulla panchina del Foggia dieci anni dopo quel sesto posto in Lega Pro girone B, in pratica quasi tutto il Sud eccetto Salerno, Sorrento e Pagani ma con in più la Toscana, roba da stomaci forti. “Ad un certo punto, a un punto certo”, come ripeteva il mitico personaggio di Antonio Albanese, il boemo è tornato sui suoi passi dopo una serie di campionati da dimenticare. La sola soddisfazione è arrivata da Pescara, stagione 2011-12, quella dopo Foggia: promozione in A trascinati dal trio dei futuri campioni d’Europa Verratti-Immobile-Insigne, quest’ultimo lanciato da Zeman proprio con i rossoneri pugliesi insieme ad un prodotto del vivaio atalantino che l’aveva seguito anche nel trionfo abruzzese, Moussa Kouné. Dopo quel campionato con il profeta Zeman il Foggia è finito economicamente a gambe all’aria ben due volte dovendo ripartire dalla D, ma ha pure vissuto quattro anni al cardiopalma, quasi di gloria: 2016, con De Zerbi in panchina sconfitto in finale playoff dal Pisa di Gattuso con tanto di rissone finale allo “Zaccheria”, campo di casa e tra i meno ospitali del pianeta. Nel 2017 la B viene conquistata grazie a Giovanni Stroppa che l’anno dopo conduce i satanelli ad un buon 9° posto, ma nel 2019 ecco la retrocessione in terza serie e subito dopo lo scioglimento della società che riparte dalla D e vince il campionato. La scorsa stagione si è chiusa al secondo turno dei playoff di Lega Pro per mano dell’odiatissimo Bari.