Lo studente fa autogol e Caudano pensa all’Atalanta ’73: Vianello la mandò in B, lo studente si salva (con aiutino)

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G iornate che sono grovigli. Di lavori inutili e di pensieri. Caudano vede complicarsi anno dopo anno gli adempimenti del fine-scuola. Cespugli di incombenze folli, che relegano l’attività didattica in secondo piano e prendono il sopravvento. La scuola-lavoro, ribattezzata PCTO, che manda i ragazzi a fare fotocopie negli studi dei professionisti della città, o poco più; i crediti formativi che danno punti a chi abbia giocato a pallavolo o impartito lezioni di catechismo; e i relativi certificati da rincorrere nei penetrali della segreteria e da riportare in troppi file tutti uguali e tutti destinati a non essere mai consultati. Infinito tempo sottratto al lavoro della didattica, o alla lettura; tutta confusione capace di indurre i ragazzi, infine, a credere che attestare dieci ore trascorse in un negozio di profumi valga più che saper spiegare come si deve un teorema o un testo di Montale. Burocrazia infestante. Stupidità imperante. Caudano ama scherzare con le parole, fra sé. Verso la fine della mattinata pensa che tutti quegli obblighi siano semplicemente ciarpame, e la parola gli riporta alla mente una sestina del suo amato Gozzano.