Milan-Atalanta 1988: 35 anni fa il buio a San Siro, quel tuffo di Bonacina, il record del «13». Una storia per cuori forti

storia. La storia di calcio raccontata da Dino Nikpalj

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C i sono vittorie che nessuno dimentica perché segnano una vita da tifoso. In alcuni casi la cambiano proprio, magari allo scadere, quel guizzo inaspettato che di punto in bianco offre ottimi motivi per festeggiare: 4 miliardi 361 milioni 350mila 475 per la precisione, l’importo (in lirette) della vincita milionaria al Totocalcio di quella domenica 20 novembre 1988. Tre tredicisti in tutto il Paese che devono dire grazie, lode e gloria, a Valter Bonacina, un metro e 70 di grinta, capace di sbancare San Siro nel finale con un colpo di testa e mettere ko il Milan: lui, il più piccolo della banda Mondonico. Anzi no, in campo c’era anche l’Eligio Nicolini, di due centimetri più basso.

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Trentacinque anni fa ma sembra ieri, perché nessuno ha mai dimenticato quell’incredibile vittoria da neopromossi contro il Milan campione d’Italia. Quello di Arrigo Sacchi e dei tre olandesi, anche se in campo mancava Gullit e c’erano solo Rijkard e – scusate se è poco – Van Basten. Quello ancora imbattuto dopo 5 giornate e reduce dalla battaglia di Belgrado con la Stella Rossa negli ottavi di Coppa Campioni: partita sospesa sull’1-0 per i padroni di casa (rete del futuro milanista Savicevic) causa nebbione che manco a Milano, talmente fitto che Sacchi si accorge solo negli spogliatoi dell’espulsione di Virdis. Ripetuta il giorno dopo e terminata con una drammatica serie ai rigori: una vittoria decisiva nella corsa alla coppa che i rossoneri avrebbero vinto a maggio triturando il Real Madrid in semifinale e lo Steaua in finale a Barcellona, riportando il trofeo in bacheca 20 anni dopo la vittoria con l’ancora acerbo Ajax di Cruijff.