Quell’anno che il Mondo andò al Napoli, e l’Atalanta del Vava fu la sua prima avversaria. Ciao mister, quanto ci manchi

storia.

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S ette mesi sotto il vulcano, a tanto così dall’impresa. La prima volta che Emiliano Mondonico varca la linea gotica: fino a quella chiamata del Napoli la sua carriera da calciatore prima e allenatore dopo non era mai andata oltre Cremona, Torino, Bergamo, Monza, Como. Poi al telefono arriva una chiamata con il prefisso 081 e una proposta difficile da rifiutare, anche se ad alto tasso di rischio. Giornata numero 6 del campionato 2000-2001, il Napoli pareggia a Perugia e conquista il secondo punto della stagione; in classifica è all’ultimo posto insieme a Brescia e Bari e a 5 punti dalla salvezza. La società è divisa, nel senso fisico del termine, tra lo storico presidente Corrado Ferlaino e l’imprenditore bresciano (ma romagnolo di nascita) Giorgio Corbelli che ha acquisito il 50% delle quote azzurre: in sostanza non si capisce chi comandi. In panchina c’è Zdenek Zeman, tornato in Italia dopo le cose turche del Fenerbahce. A Napoli arriva gente come Amoroso, Moriero, Fresi, Vidigal e Jankulovski e si spendono fior di miliardi di (vecchie) lire per festeggiare il ritorno nella massima serie dopo due stagioni tra i cadetti e la clamorosa retrocessione di quel campionato 1997-98 cominciato con un bergamasco in panchina, Lino Mutti, e finito malissimo dopo 33 anni di permanenza consecutiva nella massima serie. Anche l’Atalanta è appena tornata in A agganciando l’ultimo dei 4 posti disponibili, guidata da Giovanni Vavassori con i suoi ragazzi terribili.